La Cina produceva vino già dal 2140 a.C., quando il vino era completamente sconosciuto nel mondo occidentale. Questi vini, tuttavia, erano prodotti a scopo medicinale e non per come piacere sociale.
Attualmente la Cina produce moltissimi vini, utilizzando varietà di uva occidentali, come il Pinot Noir ed il Merlot.
Quella che segue è una lista dei tipi principali di vino prodotti oggi in Cina:
P'u t'ao Chiu : generico vino prodotto con uva
Chaosing: vino prodotto dal riso
Chefoo: vini rossi e bianchi ad alto contenuto alcolico
Tsingtao : vini rossi e bianchi tipo Sherry, ad alto contenuto alcolico
Meikuishanputaochu: vino dolce tipo moscato, da ibridi
Great Wall : vino dal profumo di frutta, fatto con uva Loong Yan
La Cina può essere considerata uno dei paesi in cui si ha il più largo consumo di baijiu (fermentato di cereali ad alta gradazione alcolica), mentre i livelli di produzione e di consumo del vino d'uva sono ancora molto bassi.
Ai tempi della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, la quantità annuale di vino prodotta non raggiungeva nemmeno i 2.000 ettolitri, nel 1966 ha superato i 100.000 ettolitri e nel 1980 ha raggiunto addirittura i 500.000. In seguito, con lo sviluppo relativamente veloce dell'industria vinicola cinese, la produzione di vino è aumentata arrivando nel 1981 a 1.000.000 di ettolitri e nel 1984 a 1.500.000 ettolitri. Nel giro di 9 anni, dal 1985 al 1993, la quantità di vino prodotta per anno è stata all'incirca di 2.500.000 ettolitri (nel 1988 si sono anche sfiorati i 3.000.000 di ettolitri).
Nel 1994, per regolarizzare il settore enologico e portare la qualità dei prodotti cinesi a livelli internazionali, sono state promulgate delle norme riguardanti la produzione nazionale. Si è stabilito la produzione di vini contenenti mosto d'uva al 100% e la produzione industriale di vini con una percentuale di mosto d'uva superiore al 50%. Contemporaneamente si è vietata la produzione di vini con una percentuale di mosto d'uva inferiore al 50%. Ciò ha portato, da una parte, alla riduzione della quantità annua di vino prodotta (2.000.000 di ettolitri), ma dall'altra, all'aumento di vini di qualità aventi una percentuale di mosto d'uva del 100% o superiore al 50%.
Negli ultimi anni lo sviluppo dell'industria vinicola cinese è stato molto rapido. Secondo il quinto censimento sulle industrie del paese, alla fine del 1995 sono state registrate in Cina più di 240 cantine. Dal 1996 in poi, se ne sono aggiunte altre 200, facendo così salire il loro numero a 500. Nel 1997, le province e le regioni autonome produttrici di vino hanno raggiunto quota 26, tra queste, la produzione ha superato i 100.000 ettolitri nello Shandong (655.000 ettolitri), nello Hebei (236.000 ettolitri), a Tianjin (170.000 ettolitri), a Pechino (164.000 ettolitri), nello Anhui (157.000 ettolitri) e nello Henan (146.000 ettolitri).
Dal punto di vista della struttura, si tratta di aziende piccole con una produzione decentrata e una doppia amministrazione. La loro capacità produttiva media annua è di poco inferiore ai 20.000 ettolitri. Le cantine che hanno una produzione annua inferiore ai 10.000 ettolitri sono il 70%, quelle con una produzione compresa tra i 10.000 e le 50.000 ettolitri il 20%, e quelle che riescono a produrre più di 50.000 ettolitri solo il 10%. Nel 1997, solo quattro cantine hanno superato le 100.000 ettolitri: Changyu, Great Wall, Dynasty e Dragon Seal.
Anche dal punto di vista dei prodotti ci sono stati notevoli cambiamenti. Prima del 1995 i vini amabili e dolci occupavano una posizione leader nel mercato, mentre i vini secchi erano poco diffusi. Negli ultimi anni, la produzione di vini secchi è aumentata del 50%, in particolar modo quella di vini rossi. Al momento, sul totale del vino prodotto, il 40% è costituito da vini secchi, di cui l'80% corrisponde a vini rossi e il 20% a quelli bianchi.
Lo sviluppo del mercato e l'aumento del consumo di vino hanno portato alla crescita delle vendite e dei profitti. Su un articolo pubblicato il 10 ottobre 1999 sulla "Rivista economica cinese" e intitolato: "Le 100 aziende più importanti del 1997", classificate in base alle tasse sugli utili, l'industria del vino occupa il 7° posto, superando quella del baijiu (al 9° posto) e della birra (13° posto). Nel 1998, le entrate dell'industria vinicola hanno avuto però un rallentamento. Analizzando l'utile finale delle maggiori industrie, si può notare come, ad eccezione dell'industria vinicola che ha avuto un profitto del 1,8%, l'industria del baijiu ha subito una perdita del 17%, quella della birra del 8,4% e quella del vino di riso del 1,9%.
Nell'ambito della regolamentazione del settore enologico, per incoraggiare la produzione del vino, sono state promosse diverse iniziative. Ad esempio, quella di sfruttare per la coltivazione dell'uva, terreni collinosi e sabbiosi non adatti alla produzione di cereali. Si vuole così favorire fermentati a bassa gradazione alcolica ma raffinati e di alta qualità. Negli ultimi anni, infatti, la produzione nazionale annua di vino ha sfiorato circa i 2.000.000 di ettolitri, arrivando nel 1996 a 2.650.085 ettolitri e nel 1997 a 2.833.000 ettolitri, corrispondenti a quasi l'1% delle bevande alcoliche prodotte in Cina.
La diffusione del vino e il suo consumo anche a livello popolare hanno portato recentemente a un rapido aumento delle importazioni. Nel 1996 sono stati importati 50.930 ettolitri di vino, nel 1997 390.670 ettolitri, giungendo nel 1998 a 498.400 ettolitri. Dalle statistiche doganali, risulta che nei primi nove mesi del 1999 sono stati importati 400.092 ettolitri, con un incremento del 7,62% rispetto allo stesso periodo del 1998. La quantità di vino esportato ogni anno è stata invece di circa 30.000-40.000 ettolitri, mettendo così in evidenza il grande squilibrio tra importazione ed esportazione.